La valvola mitralica separa l'atrio dal ventricolo sinistro. É una struttura costituita da due lembi valvolari (anteriore e posteriore) e da un complesso apparato sottovalvolare (corde tendinee e muscoli papillari) che la connettono al ventricolo sinistro. Durante la diastole la valvola è aperta permettendo il passaggio del sangue dall’atrio al ventricolo sinistro. Durante la contrazione del cuore (sistole) i lembi mitralici si chiudono e resistono all’elevata pressione generata all’interno del ventricolo sinistro grazie alla tensione delle corde tendinee e ai muscoli papillari.
La malattia della valvola mitralica è un processo lento e progressivo che permette al cuore di attuare meccanismi di compenso ritardando così la comparsa dei sintomi. gli stessi sintomi spesso non vengono riferiti alla valvola mitralica e vengono ignorati o sottovalutati determinando un ritardo nella terapia. È fondamentale sottolineare, inoltre, come spesso l’entità dei sintomi non rifletta la gravità della malattia valvolare. Per questo motivo alcuni pazienti possono richiedere un immediato trattamento anche in assenza di sintomi.
A seconda della gravità del rigurgito mitralico l'insufficienza mitralica può essere classificata in lieve, moderata o severa.
L' auscultazione cardiaca è ancora fondamentale per identificare il problema. Le valvole disfunzionanti, infatti, producono suoni cardiaci anomali che possono essere identificati dal medico.
Durante la visita specialistica si valuta la clinica del paziente, le caratteristiche e le modalità di comparsa dei sintomi e si richiedono gli esami strumentali necessari al completamento della diagnosi. Gli esami diagnostici indispensabili sono:
In caso di stenosi o rigurgito della valvola mitralica di grado lieve o moderato, l'atteggiamento conservativo ed il monitoraggio dello stato clinico nel tempo è d'obbligo. In questi casi il paziente generalmente non presenta sintomatologia.
Durante il “watchfull waiting”, monitoreremo l'evoluzione della disfunzione valvolare e lo stato del cuore con un ecocardiogramma ogni 6-12 mesi. In caso di peggioramento delle condizioni cliniche o del quadro ecocardiografico si opterà immediatamente per il trattamento migliore per prevenire danni permanenti.
Contestualmente verrà prescritta una terapia farmacologica che possa rallentare la progressione della malattia. I farmaci più comunemente utilizzati sono: